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Non solo perdonare, ma perdonarsi: la tecnica del Kintsukuroi

Immagine del redattore: Rossella GaroffoloRossella Garoffolo

Perdonarsi per evitare il logorarsi giorno dopo giorno.


Sì, sono passata direttamente alla conclusione. Ora faccio qualche passo indietro.


Tanto tempo fa mi hanno offerto un posto di lavoro che ho rifiutato perché volevo essere altro e fare altro. Dopo qualche tempo me ne hanno offerto un altro per una cosa che volevo fare ma ho rifiutato perché ho avuto paura di non essere corretta con il vecchio lavoro e , in più, mi sono attaccata a un consiglio degli anni ’50. Ho usato le armi degli altri e ho sbagliato. Moltissimo. Avrei anche un altro esempio di fallimento per mancata prioritizzazione ma mi fermo, altrimenti cado nel baratro di nuovo.

Sto parlando di rispettivamente 13 anni e 11 anni fa. Ora basta, perché ciclicamente ci ripenso e mi condanno.

E che ottengo? “Niente” è già stato detto?!


Arriviamo al processo che sto mettendo in piedi e che sicuramente sarà utile anche a te: perdonarsi.


Il primo step è capire che perdonarsi non significa essere deboli, al contrario è un atto di coraggio. E via ansia e depressione che sottraggono energie.


Accetta come sono andate le cose, dato che non le puoi più cambiare. Abbandona la rabbia verso te stesso e ricominciare a respirare. Perdonarsi è un’abilità da sviluppare, smetti di punirti. Non ridurre la tua intera identità a un episodio e a quello che consideri un errore (nel mio caso vale tutto al plurale).


Ogni giorno prendiamo delle decisioni e non è detto che ci azzecchiamo sempre.



“Sì, ma quella cosa lì, era importante!” Ok. Ho capito. Lo hai capito anche tu ma ora cosa puoi fare se non perdonarti?! Un errore non deve diventare una catena. Sospendi l’autocritica e il giudizio. Sei più dell’album dei tuoi errori, spezza la catena, perdonati. E vai avanti.

Scegli un momento esatto per perdonarti e ricordatelo. Quel giorno lì mi sono perdonato. Perché me lo meritavo. Meritavo di vivere meglio con me stesso.


Non lasciare passare così tanto tempo come ho fatto io.


Comincia il tuo processo di perdono ora.


Chiediti perdono, dal profondo del tuo cuore. Datti un’altra occasione: hai imparato, ora basta condannarti.


Esiste anche un altro modo di perdonarsi: esporsi.

Esporre l'errore, la rottura, la crepa che abbiamo. Tirarla fuori, renderla evidente. Per esempio attraverso la tecnica del Kintsukuroi.


La traduzione della parola giapponese Kintsukuroi è "riparare con l'oro".

Kintsukuroi - o Kintsugi - è l'antica arte giapponese di riparare le ceramiche rotte usando smalto in cui è presente dell’oro in polvere.


Come è evidente, l'effetto è totalmente l’opposto rispetto a una riparazione invisibile!


Piuttosto che cercare di nascondere il fatto che il pezzo di ceramica è stato rotto, la riparazione del pezzo usando l'oro produce un risultato che è più bello dell'originale ma davvero ben visibile.


L’oggetto urla: sono stato rotto, ecco le mie cicatrici ma eccomi intero di nuovo, sempre più bello.


Le persone che si perdonano applicano questo concetto a se stesse nella loro vita.

Accettano il loro vero sé autentico e lo amano sinceramente.


Hanno sviluppato la capacità di perdonare se stessi per i loro errori e fallimenti passati e di vederli come esperienze, come eventi che li hanno fatti crescere.


Tu puoi essere come una ceramica Kintsugi: perdona te stesso per i tuoi errori passati e considerali come lezioni di vita. Accetta i tuoi difetti e considerali come ciò che ti rende unico.


Accetta, abbraccia e sii il tuo sé più autentico.


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