Ho fatto una scoperta! Si chiama DRD4-7R ed è il gene dell’innovazione e del coraggio.
A livello evolutivo, siamo tutti coraggiosi: a partire dall'uomo di Neanderthal che aveva, appunto, questo gene.
Cosa vuol dire?
Era più portato all’esplorazione, alla novità ed era naturalmente più disposto a correre rischi.
Io ho questo gene, tu pure ma tendiamo a dimenticarlo.
La paura è un’emozione primaria, però il mondo occidentale la paragona a una dimostrazione di debolezza e ci esorta a sopprimerla.
Ma c’è un ma: evitare le situazioni che ci impauriscono tende a farle apparire ancora più forti.
Al contrario, esporti con cautela a ciò che ti spaventa farà intraprendere al tuo cervello un percorso di desensibilizzazione dalla paura, consentendoti di affrontare più facilmente la situazione.
Si torna al concetto di allenamento, dunque: allenarsi ad essere coraggiosi e affrontare le piccole e grandi paure che abbiamo.
Un Coachee una volta è arrivato da me impaurito e aveva solo un’idea chiara rispetto al suo obiettivo: voleva schiarirsi le idee.
Per avere coraggio bisogna avere le idee chiare e percepire nitidamente cosa conta davvero.
Chiediti: quello che sto per fare che valore ha per me? Quel valore è più importante della paura?
Per mettere KO la paura, poi, chiediamoci cosa differenzi un pauroso da un coraggioso.
La risposta è facile: l’overthinking, ossia lo strapensare, il rimuginare.
I paurosi pensano eccessivamente alle conseguenze di ogni loro azione e si paralizzano prima ancora di fare qualcosa.
Io dico: ogni decisione ha una conseguenza quindi prevedila, organizzati e poi agisci!
Una frase che mi ha fatto riflettere è
“La rabbia è un preludio al coraggio” (Eric Hoffer)
In effetti, una spinta al cambiamento mi viene dalla rabbia.
E’ successo in passato e credo che mi succederà nuovamente in futuro.
Credo anche che sia uno degli step per raggiungere consapevolezza.
Prima mi arrabbio, poi mi calmo, decido che non mi va bene quello che sta succedendo e prendo consapevolezza di me e delle mie risorse, mi ritrovo piena di coraggio e scelgo facilmente una direzione.
Quella del cambiamento.
E’ come se un’energia che nascerebbe come negativa, si trasformasse velocemente in un percorso positivo.
Coraggio ed energia, che correlazione c'è?
Un mio Coachee continuava a lamentarsi di essere sempre stanco. Tralascio tutte le domande che gli ho fatto per capire quale fosse il nocciolo della questione ma siamo arrivati a un punto.
La faccio breve: se sei stanco, prendi decisioni sbagliate, te ne accorgi, diventi poco coraggioso, riprendi decisioni sbagliate. E via con il circolo vizioso.
Potrebbe non sembrarti una relazione immediata ma lo è: il nostro corpo, se stanco, non lavora alla sua massima energia, si fa prendere da dubbi e paure e… sbaglia!
Ecco perché dobbiamo stare attenti a tenere a mente i fondamenti di una vita sana: nutrizione, allenamento fisico e gestione della mente e dello stress.
Curare questi aspetti significa rafforzare mente e corpo e ci dà una posizione di forza.
E se siamo forti, siamo anche più impavidi e coraggiosi!
Essere coraggiosi significa riuscire ad agire nonostante i timori, non dimentichiamolo!
Ovviamente c'è un altro punto fondamentale: riconoscere i propri limiti.
Questo è quello che penso ed è anche quello che adotto per me stessa.
Abbiamo tanto parlato di coraggio, di buttarsi e di intraprendere azioni.
Prima ancora di fare tutto questo, però, è necessario accettarsi.
Riconoscere i propri limiti va in quella direzione.
Attenzione solo che non diventi una scusa, mai.
Semplicemente ci sono alcune cose che non siamo in grado di fare, chiediamoci solo perché. Tutto qui.
Forse non riuscirai mai a essere quello che fa la prima mossa, o buttarti con il paracadute o dire tutto quello che pensi quando lo pensi ma va bene lo stesso.
A volte le nostre paure e i nostri limiti possono essere aggirati, altre volte no.
In alcuni casi, potrebbe non avere senso costringerti a fare qualcosa che non vuoi.
Allora cosa fai?
Lo riconosci, lo accetti e capisci che per te – forse – non ha un reale valore, allora aggiri l’ostacolo e prendi altre vie.
All'inizio del post dicevamo che il coraggio e alla fiducia in se stessi richiedono pratica e allenamento.
Per renderti la vita più semplice ti annuncio che esistono tanti modi per “crescere”.
Il primo: fingi fino a farlo davvero.
La mente può essere ingannata, lo facciamo ogni giorno e quasi sempre per cose che non ci fanno bene quindi, per una volta, perché non farlo per aumentare coraggio e fiducia?!
Ecco cosa devi fare: convincere la tua mente di sentirti sicuro di te agendo come se lo fossi davvero.
Facciamo un esempio: vuoi ottenere un aumento di stipendio al lavoro? Bene! (Finalmente, aggiungo io).
Devi dire a te stesso che sei in grado di chiedere al tuo capo, argomentare ed essere sereno mentre lo fai – magari preparati una scaletta di punti a tuo favore che vuoi toccare durante la conversazione - e che, qualsiasi sarà la sua risposta, non sarà un problema. Non vivrai la tragedia del rifiuto ma sarai orgoglioso di averci provato. Un tentativo è un’opportunità.
Occhio alla postura: aperta ed eretta ti aiuterà a sentirti immediatamente più forte e fiducioso.
Non permettere che siano i tuoi limiti o i tuoi fallimenti a decretare chi sei, non sono certo i tuoi errori a definirti come persona – a meno che tu non glielo consenta.
IMPORTANTE! Arroganza e sicurezza di sé sono concetti diversi, non autosabotarti dandoti la scusa che magari appariresti arrogante.
Così come hai appena chiesto al tuo capo, trova anche altre situazioni in cui “spingerti” oltre la tua comfort zone, allenati e ricorda: stai collezionando opportunità, non – eventuali – fallimenti.
(Altri) tre step per superare paure e timori
Identificare, ammettere, stimare.
Cominciamo da principio.
Cos'è che ti spaventa? Prima di poter superare le tue paure e agire con coraggio devi identificare di cosa hai paura.
Qualche esempio, ma non farti prendere l’ansia:
acqua, temporali, luoghi chiusi, luoghi affollati, altezza, parlare in pubblico, ospedali/sangue/dolore fisico, ragni, serpenti, cimici o insetti in generale.
Probabilmente sai già di cosa hai paura.
A questo punto, ammettilo.
Cosa vuol dire? Significa non cercare di nascondere le paure sotto al tappeto sforzandoti di evitarle.
Rifletti: cercare di convincerti che non siano reali richiederebbe più fatica del riuscire a superarle.
Come fai ad ammettere le tue paure? Scrivile o pronunciale ad alta voce.
E siamo al terzo punto: dai un punteggio da 0 a 10 alle tue paure.
Zero è per nulla spaventoso (non lo userai immagino) e 10 è terribilmente spaventoso.
Il processo di desensibilizzazione graduale
Attraverso questa tecnica ti esporrai gradualmente, ma in modo crescente, alle tue paure.
Esempio: hai paura di uscire di casa? Inizia a metterti le scarpe come se stessi per uscire effettivamente.
Il giorno dopo potresti fare quattro passi all’esterno, poi otto, fino a fare il giro dell'isolato e tornare a casa.
Poco alla volta, desensibilizzando con piccoli ma significativi step, ce la farai.
Un’altra cosa che potresti fare è quella che in psicologia si chiama pratica del "flooding" o "immersione" e serve per trattare soprattutto le paure irrazionali.
Come si fa?
Si forza la persona nello scenario che le fa paura consentendole di sentirsene pienamente spaventata. L'obiettivo è quello di lasciarsi attraversare dalla paura, osservarla e cercare di non farsene sopraffare. Potrebbe essere utile “osservarsi” dall’esterno.
Con questo metodo, riprendendo l’esempio di prima, dovresti forzarti a fare il giro dell'isolato al primo tentativo. Dopodiché dovresti fare del tuo meglio per accorgerti che essere lontano da casa non è poi così negativo.
Il processo va poi ripetuto fino a sentirti completamente a tuo agio con la tua (ex) paura.
Prova una di queste tecniche (o tutte insieme) e vedrai che starai meglio. Appare chiaro che farsi seguire da un professionista farà in modo che tutto ti sembri molto meno complesso e spaventoso ma ricordati che tu e solo tu hai le redini di te stesso, paure comprese, e solo tu puoi superarle. Un professionista ti serve per essere più a tuo agio quando ci proverai ma sarai tu a superare le tue paure. Non esiste delega alla propria vita, chiariamolo.
Un ultimo appunto, quasi personale: ho visto gente commuoversi perché ce l’aveva fatta, perché “quello che ho raggiunto è tutto mio” ed è stato meraviglioso assistere a quel momento!
Photo by Esteban Lopez on Unsplash
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